Come diventare un consulente d’informatica forense

Quali sono i requisiti e le conoscenze necessarie? Ecco come opera e quanto può guadagnare un consulente d'informatica forense

Il massiccio e capillare utilizzo di internet, dei social network e della tecnologia in generale ha modificato notevolmente il mondo del lavoro, creando nuovi profili professionali specializzati nel campo dell’informatica. Una delle figure più richieste nel mondo del lavoro è il consulente informatico forense, un professionista che si occupa di fornire consulenze nell’ambito del diritto penale. Il consulente d’informatica forense è in grado di analizzare, ricercare e individuare prove in formato digitale che verranno utilizzate per dirimere controversie in ambito penale. Per diventare consulente informatico non esiste un percorso ben definito, infatti per svolgere questi incarichi non è necessario possedere nessun titolo di studio, ma essere dotato di una conoscenza approfondita e dettagliata dei sistemi informatici.

Se non si sceglie l’autoapprendimento, per diventare informatico si possono seguire dei corsi di laurea triennale o specialistica in informatica o semplicemente acquisire un titolo di diploma superiore come perito informatico. Per diventare un consulente informatico forense si possono seguire dei corsi professionali che aiutano l’aspirante perito ad affinare le proprie competenze e ad acquisire nuove abilità. L’esperienza e il possesso di titoli di studio sono un prerequisito importante ma non necessario per chi vuole intraprendere questa nuova professione, infatti in Italia non è previsto un iter specifico per diventare consulente informatico. Per iniziare l’attività di consulente informatico forense è opportuno possedere alcuni requisiti:

  • ottima conoscenza dei sistemi operativi;
  • buone capacità analitiche;
  • individuazione e ricerca di dati su ogni supporto digitale;
  • aggiornamento continuo tramite corsi, seminari, convegni per conoscere le ultime novità nel campo dell’informatica;
  • buona conoscenza del diritto, in particolare del diritto penale, civile e delle procedure;
  • esperienza nella programmazione informatica;
  • ottima conoscenza dei linguaggi informatici;
  • buona conoscenza della lingua inglese.

Se si possiedono questi specifici requisiti, per iniziare l’attività di consulente informatico forense ci si può affiancare ad altri consulenti che operano già nel settore o prestare servizio presso alcuni reparti specializzati di Polizia Giudiziaria, inoltre per acquisire competenze si possono svolgere incarichi presso aziende che si occupano di sicurezza informatica o di analisi di dati informatici.

Quando è richiesta la figura del consulente informatico forense

Il consulente informatico forense opera in tutti i settori del diritto in cui sia necessario una competenza informatica. Il consulente opera perlopiù nell’ambito del diritto penale, per individuare reati informatici e rilevare prove in formato digitale che possano contribuire alla risoluzione della controversia. Se il consulente informatico forense decide di operare nel settore del diritto penale sono previsti ben quattro diversi sbocchi lavorativi:

  • perito del Giudice;
  • consulente tecnico del Pubblico Ministero;
  • consulente tecnico di parte;
  • ausiliario di Polizia Giudiziaria nel reparto specializzato di informatica.

Anche nel diritto civile è possibile ottenere degli incarichi, sia come perito del Giudice che come consulente tecnico di parte.
Per diventare consulenti tecnici d’Ufficio del Giudice (CTU) bisogna essere iscritti nell’Albo dei CTU del Tribunale di residenza o dove il candidato ha il domicilio professionale. La domanda deve essere inoltrata online al Presidente del Tribunale, corredata di curriculum vitae e deve contenere l’iscrizione all’ordine professionale o alla Camera di Commercio; inoltrando questa domanda il consulente viene iscritto anche nei registri dei consulenti tecnici di parte (CTP).

Quanto guadagna il consulente informatico forense

Un consulente informatico forense è una figura professionale molto ricercata sia in ambito pubblico che privato, di conseguenza il compenso può variare notevolmente in base agli incarichi ottenuti. In generale, il consulente informatico forense ottiene compensi più alti rispetto ai colleghi informatici, potendo applicare una tariffa oraria per ogni consulenza richiesta. Se si diventa CTU non è previsto un compenso fisso, ma si stabilisce una tariffa oraria comprensiva dell’onorario, dell’indennità di viaggio e di soggiorno e il rimborso delle spese sostenute per lo svolgimento dell’incarico.

In ambito privato i compensi possono essere mediamente alti, a seconda dell’incarico affidato, come per il settore pubblico è previsto un compenso orario che può variare da un minimo di 30€ fino ad un massimo di 150 € l’ora, la variazione del compenso dipende molto dalla complessità del lavoro e dall’esperienza pregressa. In generale, un consulente informatico forense può ottenere mensilmente compensi che si aggirano intorno ai 2.500- 3.500 €, che possono aumentare notevolmente se si acquisiscono nuove conoscenze e abilità professionali.

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