Guida all’uso degli hashtag su Twitter

Gli hashtag di Twitter permettono di aggregare i tweet scritti dagli utenti su uno stesso tema tramite una particolare parola o frase. Ecco come conviene usarli e quali errori evitare

Oggigiorno è facilissimo trovare in giro per il web centinaia di #hashtags spiaccicati praticamente su qualunque sito. Twitter, Google+, Instagram, Pinterest e molti altri social network usano gli hashtag per creare connessioni istantanee tra gli utenti in base al campo di ricerca. Quando qualche utente utilizza un hashtag per cercare una parola particolare, potrà trovare tutti i post che contengono quella determinata parola.

Saperli usare è molto utile, perché i social network stanno diventando il mezzo principale di comunicazione tra le masse. Purtroppo nel mondo, specialmente in Italia, sono in molti coloro che non sanno ancora come utilizzare Twitter e molti ancora che non hanno una grossa familiarità con gli hashtag. Cerchiamo di capire allora come conviene usarli e quali errori evitare.

Avrete sicuramente notato che in diversi tweets alcune parole sono precedute dal cancelletto (#). Quelli sono gli hashtag, una pratica che permette di aggiungere dei metadati (più o meno sono come i tag di un post) ai nostri upload su Twitter. In parole semplici un hashtag permette di aggregare i tweet scritti dagli utenti su uno stesso tema, creando una sorta di comunità che parlano di quella particolare parola o frase all’interno del grande contenitore che è Twitter.

Il termine hashtag è una parola inglese composta dai termini hash, che vuol dire cancelletto e tag, che invece vuol dire etichetta e venne introdotto su Twitter nel lontano settembre del 2007 quasi per caso. La prima persona che propose di inserire tale feature fu il blogger e sviluppatore statunitense Chris Messina, ma passarono diversi mesi prima che la sua proposta venne accolta. L’evento che fece da molla e che convinse definitivamente Jack Dorsey e il suo team di sviluppo che l’idea avuta da Messina potesse essere vincente, furono gli incendi che divamparono nei dintorni dei sobborghi di San Diego nell’estate del 2007 a causa del forte caldo.

Gli utenti di Twitter iniziarono a pubblicare dei tweet seguiti dall’hashtag #SanDiegoFire. La pratica si diffuse molto velocemente, così tanto che il team di gestione della piattaforma di micro blogging si senti quasi costretta a introdurre ufficialmente questa funzione e da allora nel tempo, a causa del successo, è stata introdotta anche su altre piattaforme, come Facebook o Instagram. Facendo un esempio veloce, se qualcuno volesse sapere cosa ne pensano gli altri utenti di un particolare evento, concerto, o film, basterà semplicemente ricercarlo tramite la ricerca su Twitter e volendo, potrete creare una discussione ed invitare i vostri amici a partecipare.

Per fare ciò è necessario creare un link da inviare ai vostri amici e l’hashtag consente di farlo. Per scrivere un hashtag in un tweet è sufficiente mettere il simbolo # prima della parola chiave intorno alla quale nascerà la comunità, dopo aver dato invio la parola verrà automaticamente trasformata in un link attivo senza nessun’altra operazione da compiere.

Anche se non esistono delle “leggi” codificate, ci sono delle buone pratiche che permetteranno agli hashtag utilizzati di essere efficaci e, magari, virali. Nell’utilizzo di questi strumenti di comunicazione bisogna essere molto specifici per facilitare la ricerca dei suddetti dagli altri utenti di Twitter. Se si vuole utilizzare un hashtag per dire la propria su un argomento di pubblica rilevanza, bisogna che questo sia strettamente correlato all’argomento stesso. Se, ad esempio, si vuole parlare dello scandalo datagate, divampato qualche mese fa in tutto il mondo e che ancora continua a scandalizzare, si può utilizzare semplicemente l’hashtag #datagate oppure #snowden, #intercettazioni e così via.

Ovviamente anche il creare un hashtag ha le sue regole, ad esempio gli hashtag devono essere usati per parole chiave. Quindi non ha senso usarli ad esempio per articoli o preposizioni, meglio prediligere i sostantivi. Poi c’è chi, pur di comparire nei risultati di ricerca di Twitter, usa hashtag che in realtà non c’entrano niente con ciò che scrive o addirittura che non scrive niente a parte gli hashtag. Questo è davvero fastidioso, soprattutto se c’è chi cerca argomenti relativi all’hashtag di cui state facendo un uso improprio.

Dal 2007 ad oggi, cioè dall’introduzione degli hashtag, i modi di utilizzare questa funzione sono triplicati. Sul sito è possibile trovare una sezione dedicata agli hashtag di tendenza differenziata per i vari paesi di tutto il mondo, in modo da capire qual è l’argomento più chiacchierato in un paese in quel momento e una più generale che mostra gli hashtag più utilizzati al mondo. Gli argomenti possono essere vari, come i principali fatti di cronaca che hanno avuto molta rilevanza mediatica, o una ricorrenza comune in tutto il mondo, come il Natale o il Capodanno.

Alcuni programmi televisivi poi, utilizzano gli hashtag per creare delle comunità temporanee che potranno commentare in diretta un determinato programma, permettendo in questo modo l’interazione dei partecipanti con gli utenti di Twitter, che a loro volta potranno interagire anche tra loro, cosa che prima dell’introduzione degli hashtag su Facebook, era praticamente impossibile da fare sul social creato da Zuckerberg.

Con il passare degli anni, gli hashtag sono diventati dei potentissimi mezzi nelle mani dei “signori del marketing” di tutto il mondo. La maggior parte, se non tutti, dei maggiori marchi mondiali sono presenti su Twitter con il proprio account ufficiale. E solitamente da qui sono soliti lanciare centinaia di campagne pubblicitarie a colpi di hashtag e parole chiave.

Mai come in casi come questi sarà importante utilizzare degli hashtag personali, in questo modo l’azienda e la relativa campagna pubblicitaria vengono resi immediatamente riconoscibili sulla piattaforma e associate al marchio in questione. Le parole chiave utilizzate, inoltre, dovranno essere accattivanti e in grado di generare seguito tra gli utenti che prontamente ritwitteranno l’hashtag rendendolo estremamente popolare.

Organizzare un concorso o un’estrazione con l’account Twitter ufficiale e “marcarla” con un proprio hashtag permetterà sicuramente di ottenere un gran ritorno in termini commerciali e comunicativi. In genere la vita di un hashtag è molto breve, da qualche ora a qualche giorno, ma la sua visibilità è veramente enorme e in qualche caso, ad esempio per gli argomenti ricorrenti (#datagate, #samsung, ecc.) gli hashtag si trasformano in vere e proprie comunità stabili ed estremamente visibili.

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